Fascicoli

La rivista “atque” continua la sua pubblicazione in formato cartaceo per i tipi di Moretti & Vitali di Bergamo, ma d’ora in poi gli articoli contenuti in tutti i fascicoli – esclusi quelli degli ultimi due anni – sono leggibili (in formato pdf) su questo sito e scaricabili in maniera completamente gratuita.

Sicché i fascicoli di “atque” dal 1990 (anno della sua fondazione) sino a quelli di due anni fa sono ad accesso libero e quindi aperti a ogni forma di ricerca, mentre gli altri hanno un “embargo”, per l’appunto, di due anni – naturalmente il formato cartaceo di tutti i fascicoli rimane disponibile presso le librerie (vedi “librerie amiche”) e ordinabile all’editore (ordini@morettievitali.it).

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18 n.s./2016
L’OPACITÀ
DELL’OGGETTUALE

a cura di Fabrizio Desideri e Paolo Francesco Pieri

 

PREFAZIONEFabrizio Desideri e Paolo Francesco Pieri//IL TEMA/Opacità del mondo e conoscenza Giuseppe Vitiello//PRIMO MOVIMENTO/Sulla resistenza delle coseLuca Taddio/ Percezione e resistenza dell’oggettoAlfredo Paternoster//SECONDO MOVIMENTO/Identità corporea e identità narrativa – Massimo Marraffa/Divenire cosa divenire corpoFelice Cimatti/Oggetti dentro i corpiAugusto Iossa Fasano//TERZO MOVIMENTO/Un tocco di ri-guardoFelice Ciro Papparo/Il carcere, la tomba, il fango. Sulla fortuna di alcune immagini da Platone all’età di PlotinoMartino Rossi Monti//QUARTO MOVIMENTO/Il vetro e il velluto. La casa tra opacità e trasparenzaElisabetta Di Stefano/Bartleby o l’opacità. L’uomo segreto nella letteratura americana – Antonino Trizzino//RIPRESA DEL TEMA/Il fattore opacità. Stupidità e indeterminazione in Gilles DeleuzeUbaldo Fadini//INDICE ARTICOLI “ATQUE” 1990-2016
 
 

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Questo fascicolo di «atque» riflette sull’intrinseca, originaria e fondamentalmente positiva, opacità del reale. Ovvero sul carattere di opacità e insieme di concretezza delle cose, delle persone, degli eventi a cui, d’altronde, varie pratiche di studio e riflessione sembrano ormai rinviare: dalla percezione all’attenzione, dal darsi del dentro e del fuori, alla relazione tra mente e corpo e tra soggetto e oggetto.

Opacità degli oggetti fisici e della materia delle cose: materialità, attrito, resistenza, persistenza, “quel che resta”, “il soggetto sottostante” non fanno altro che comporre un corollario della opacità delle cose – così come esse appaiono nel nostro campo visivo. D’altronde, nella visibilità – nel gesto della visione che accompagna il nostro situarci nel mondo – le cose, le persone, le situazioni si dispiegano nella nostra vita proprio per il loro carattere opaco e insieme concreto.

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17 n.s./2015
IL LAVORO
DELLE EMOZIONI

a cura di Fabrizio Desideri, Mauro La Forgia, Paolo Francesco Pieri

 

PREFAZIONE I curatori//IL TEMA/Affetto, emozione e conoscenza Gianluca Consoli/Livelli di emozione – Silvano Tagliagambe//PRIMA VARIAZIONE/La natura delle emozioni. Il dibattito fra Martha Nussbaum e Paul E. GriffithsRossella Guerini, Massimo Marraffa/ Sul concetto bioniano di contenitore/contenutoGiuseppe Civitarese/L’esperienza delle emozioni nell’incontro analiticoFranco Bellotti//SECONDA VARIAZIONE/La coscienza affettiva. Emozione e cognizione nel determinismo della coscienza – Stefano Fissi/Il concetto di psicosi unica è ancora valido per una comprensione dei processi affettivi nelle psicosi?Paola Cavalieri//TERZA VARIAZIONE/Verso le emozioni artificialiGiuseppe O. Longo/La macchina morbida. Androidi, emozioni e altri oggetti non identificati nella fantascienza di Philip K. DickAntonino Trizzino//RIPRESA DEL TEMA/Sembra viva! Estetica del perturbante nell’arte contemporaneaPietro Conte//INDICE ARTICOLI “ATQUE” 1990-2015
 

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Possiamo intendere le emozioni come processi psichici relativi sia a cambiamenti corporei sia a stati non ancora pienamente circoscritti nella dimensione spazio-temporale. A ogni modo le emozioni sono ciò che, in un certo senso, predispone la nostra esistenza nel mondo, accompagnando, quasi musicalmente, il nostro esistere nel tempo e colorando, quasi pittoricamente, ogni nostro esperire.
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16 n.s./2015
LE FIGURE DELLA CURA. PRATICHE PSICOTERAPEUTICHE E PRATICHE FILOSOFICHE

a cura di Roberto Manciocchi, Paolo Francesco Pieri, Amedeo Ruberto

 

PREFAZIONE I curatori//PARTE PRIMA – SULLA CURA/Paolo Francesco Pieri, Tra psicoterapia e filosofia. Ovvero sulla cura e le sue varie declinazioni/Fabrizio Desideri, Dialogo sulla cura//PARTE SECONDA – DI COSA AVER CURA/Carlo Sini, Aver cura del sapere/Adriano Fabris, La filosofia e la cura di sé/Remo Bodei, Curare il dolore dell’anima. Su alcune tecniche eterodosse e sulla funzione terapeutica della filosofia//PARTE TERZA – ATTRAVERSO COSA SI CURA/ Mario Vegetti, Fra Platone e Galeno: curare il corpo attraverso l’anima, o l’anima attraverso il corpo?/ Alessandro Pagnini, Ma le storie, curano? Storie, simboli, effetti placebo/ Amedeo Ruberto, Condivisibile e non condivisibile. Note su una visione etico-politica della psicoterapia/ Marino Rosso, La filosofia come terapia, saggio su Wittgenstein//PARTE QUARTA – DOVE ACCADONO LE PRATICHE DELLA CURA/ Luciano Mecacci, Cos’è il teatro della mente?/ Silvano Tagliagambe, La cura nello spazio intermedio tra il corpo e la psiche/ Roberto Manciocchi, Il non-luogo della psicoterapia/ Maurizio Alfonso Iacono, La cura tra malinconia e autonomia/ Raffaele Popolo, Chiara Petrocchi, Le rappresentazioni mentali in psicoterapia cognitiva//PARTE QUINTA – IMMAGINI DEI TRAGITTI DI CURA/ Mauro La Forgia, Venticinque anni di Atque. Un tragitto di vita e di cura/ Maria Ilena Marozza, Immagini prospettiche della cura. A mo’ di postfazione//GLI AUTORI//INDICE ARTICOLI “ATQUE” 1990-2014
 

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A questa ricerca partecipano sedici pensatori italiani provenienti da ambiti disciplinari diversi e diversamente confinanti tra loro: dalla psicologia all’estetica, dalla filosofia teoretica alla psichiatria, dalla psicoterapia variamente orientata alla filosofia antica, alla storia della scienza e altro ancora.
Gli studi che si raccolgono, hanno in comune l’intento di cogliere le pratiche psicoterapeutiche e quelle filosofiche allorché nel loro intrecciarsi vengono a configurare differenti modi in cui si esercita la cura.
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15 n.s./2014
DOVE COMINCIA LA MALATTIA MENTALE. IL PROBLEMA DELLA DIAGNOSI

a cura di Paola Cavalieri, Maria Ilena Marozza e Paolo Francesco Pieri

 

PREFAZIONE/INTRODUZIONE/Paola Cavalieri, “Verso una psichiatria critica”/PARTE PRIMA – RIFLESSIONI/Arnaldo Ballerini, “Dove e quando comincia la schizofrenia?”/Massimiliano Aragona, “Oltre l’attuale crisi della nosografia psichiatrica: uno sguardo al futuro”/Arnaldo Benini, “La coscienza e il cervello. Raccomandazioni di un fisicalista a chi indaga sulla mente”/Elisabetta Sirgiovanni, “Riduzionismo in un’ottica pluralista: riflessioni epistemologiche sulla spiegazione neuroscientifica in psichiatria”/Paolo Francesco Pieri, “L’esperienza del pensare. I saperi come limiti e come risorse del pensiero”/ PARTE SECONDA – CLINICA/Fausto Petrella, “Diagnosi psichiatrica e dintorni: considerazioni di un clinico”/Enrico Ferrari, “L’alludere del conoscere clinico. La diagnosi nella prospettiva fenomenologica”/Francesco Di Nuovo, “Operai babelici, camaleonti di metodo: l’ineludibile dialogo interiore del diagnosta”/Maria Fiorina Meligrana, “Vite assediate. Riflessioni psicopatologiche sulla diagnosi di disturbo ossessivo”/PARTE TERZA – CULTURA/Angela Ales Bello, “Comprendere le psicopatologie. Un approccio filosofico-fenomenologico”/Enzo Vittorio Trapanese, “Il disagio psichico e l’interpretazione del mondo sociale”/Roberto Beneduce, “‘I doppi dimenticati della storia’. Sofferenza, diagnosi e immaginazione storica”

 

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Il problema della diagnosi è una sorta di ombelico denso della psichiatria ma anche della psicologia, dove confluiscono tutte le discussioni, gli orientamenti, i punti di vista, spesso radicalmente differenti, che lacerano il tessuto teoretico, clinico e pragmatico di queste discipline. Esso è attraversato dalle questioni metodologiche, ontologiche e genericamente linguistiche che riguardano ogni tentativo nosografico. (altro…)

14 n.s./2014
LA PAROLA CHE IMMAGINA

a cura di Mauro La Forgia e Maria Ilena Marozza

 

INTRODUZIONE/Mauro La Forgia, Maria Ilena Marozza/IMMAGINI E PAROLE. CONTAMINAZIONI PERSUASIVE/Pietro Conte, “Metapherein. Il paradigma metaforico tra parola e immagine”/Graziella Berto, “Immagini di pensiero”/Mauro La Forgia, “Le immagini come prassi dell’eccedenza”/Michele Di Monte, “Metafore vi(si)ve? I limiti del linguaggio figurato nel linguaggio figurativo”/Tonino Griffero, “Forte verbum generat casum. Espressione e atmosfera”/L’ESPERIENZA DELLE IMMAGINI/Paolo Spinicci, “Immaginazione e percezione nell’esperienza pittorica”/Antonino Trizzino, “La fisica dell’immagine. Sguardo anatomico e sguardo poetico”/Elio Franzini, “Arte, parola e concetto”/Elena Gigante, “Del miraggio, della trasparenza. Le immagini sonore tra limite e sacro”/IMMAGINI E CURA/Gerardo Botta, “La traducibilità trasformativa del linguaggio”/Angiola Iapoce, “L’incompletezza dell’umano: configurare, costruire, testimoniare”/Gaetano Benedetti, Maurizio Peciccia, “Il disegno speculare catatimico”

 

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Il dibattito sulle immagini si è sviluppato, negli ultimi anni, in modo molto intenso. In questo fascicolo di Atque vorremmo affrontare questo tema con un’angolazione particolare, occupandoci degli effetti di senso prodotti dalle intersezioni, nelle pratiche comprensive umane, di immagini e linguaggio. (altro…)

13 n.s./2013
PRIMA E TERZA PERSONA. FORME DELL’IDENTITÀ E DECLINAZIONI DEL CONOSCERE.

a cura di Fabrizio Desideri e Paolo Francesco Pieri

 

INTRODUZIONE/Fabrizio Desideri, “Parva tragoedia gramaticalis ovvero Impossible love”/TESTI/Arnaldo Ballerini, “Dalla clinica del “caso” all’incontro: verso una psicopatologia della prima persona”/Roberta Lanfredini, “Materia cosciente fra prima e terza persona”/Rossella Fabbrichesi, “Sé, io, me: la psicologia della coscienza di Georg Herbert Mead”/Mariagrazia Portera, Mauro Mandrioli, “Chi sono io? Forme dell’individuo fra filosofia e biologia”/Michele Di Francesco, Alfredo Tomasetta, “Mente cosciente e identità personale”/Pietro Perconti “I limiti delle storie su se stessi”/Patrizia Pedrini, “Sul fallimento dell’autorità epistemica in prima persona”/Giampiero Arciero, “Il problema difficile e la fine della psicologia”/MATERIALI/Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, “La prima persona”/Nota bio-bibliografica a cura di Carlo Gabbani

 

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Scena a due voci. A parlare sono la Prima e la Terza persona. La Prima (Ego/Io) parla/canta con lo stesso timbro di voce, a cambiare sono gli accenti: dal supplichevole allo scorato e così via. L’impressione, in ogni caso, è quella di un tono di voce impostato, leggermente artificioso e pateticamente teatrale. La Terza parla/canta alternando tre diversi registri (medio, acuto e grave) e si presenta con tre diverse figure equivalenti ai tre diversi generi: Ille/Lui, Illa/Lei, Illud/Esso (naturalmente i tre diversi registri si mescolano, con prevedibili prevalenze). Si tratta però della stessa Persona. Sempre si ha l’impressione di un dire/cantare naturale e disinvolto. A prevalere, anche laddove il discorso si fa concettualmente aspro dal punto di vista dell’astrazione, è il tono di una sovrana e bonaria ironia. A fronteggiarsi, dunque, sono solo due voci. Questo, però, non è un dialogo. È la rappresentazione della sua grammaticale impossibilità. Il dire delle voci è quasi cantato in forma di recitativo, tranne alcune eccezioni quasi tutte riguardanti la Prima persona […]. (altro…)

11 n.s./2012
PERVASIVITÀ DEL CONTATTO

a cura di Anna Gianni, Roberto Manciocchi e Amedeo Ruberto

 

PREFAZIONE Paolo Francesco Pieri/INTRODUZIONE Anna Gianni, Roberto Manciocchi, Amedeo Ruberto/PARTE PRIMA – INTENZIONALITÀ, RELAZIONALITÀ, ESPERIENZA/Luca Vanzago, “Le relazioni naturali. Il relazionismo di Whitehead e il problema dell’intenzionalità”/Roberto Ferrari, Ricardo Pulido, “L’esperienza animale del contatto. zoo-fenomenologia e addestramento meditativo”/Anna Fusco di Ravello, “Il giro della prigione”/Amedeo Ruberto, “Dell’impossibilità del non essere in contatto. Contributo allo sviluppo della psicologia analitica”/PARTE SECONDA – CONTATTO SIMBOLICO, RIMANDO, ASSENZA/Enrico Castelli Gattinara, “Zero come simbolo: uno sconfinamento indeterminato”/Attilio Scarpellini, “L’impronta. Trattenere i corpi, toccare le immagini”/Roberto Manciocchi, “Pratiche del contatto, pratiche del contagio”/PARTE TERZA – QUALE CORPO PER IL CONTATTO/Roberto Diodato, “The touch beyond the screen”/Massimo Caci, “Contatto vs perdita del contatto. Per una antropologia dell’ambiente da Eugène Minkowsky a Gilles Deleuze”/Anna Gianni, “Andirivieni di contatti tra corpo e mente”

 

Viviamo un mondo dispiegato dal nostro linguaggio e le relative pratiche.

Facendo un elenco un po’ alla rinfusa, posso dire che nel mondo delle pratiche psicologiche e gli ambiti confinanti, la fanno attualmente da padroni termini e concetti come: ‘relazione’, ‘differenziazione’, ‘individuale’, ‘spiegazione’, ‘distanziazione’, ‘astratto’, ‘mediatezza’, ‘segno’, ‘aut-aut’, ‘mente’, ‘oggetto’, ‘conscio’, ‘sapere’, ‘confini’. (altro…)

10 n.s./2012
L’ORDINARIETÀ DELL’INATTESO

a cura di Paola Cavalieri, Mauro La Forgia e Maria Ilena Marozza

 

PREFAZIONE/Paolo Francesco Pieri/INTRODUZIONE/Paola Cavalieri, Mauro La Forgia, Maria Ilena Marozza/PARTE PRIMA – FILOSOFIA/Enrico Castelli Gattinara, “Piccole grandi cose: fra ordinario e straordinario”/Felice Cimatti, “Quanto fa 25×20? Per una logica del cambiamento psichico”/Graziella Berto, “La cura della singolarità”/Ferdinando G. Menga, “L’inatteso e il sottrarsi dell’evento. Vie d’accesso filosofiche fra domandare e rispondere”/Tonino Griffero, “Alle strette. L’atmosferico tra involontarietà e superattese”/Elena Gigante, “Nòstoi inauditi. Dalla percezione sonora fetale all’ascolto analitico”/PARTE SECONDA – PSICOTERAPIA/Maria Ilena Marozza, “Dove la parola manca il segno. Negli interstizi trasformativi della talking cure”/Mauro La Forgia, “Fenomenologia e clinica dell’ordinario”/Giovanni Foresti, “Esperable uberty. Gli interventi clinici dell’analista come ipotesi di ricerca”/Paola Cavalieri, “Fenomenologia del primo incontro. Vissuti di estraneità e capacità di improvvisare del terapeuta”/Giovanni Stanghellini, Alessandra Ambrosini, “Karl Jaspers. Il progetto di chiarificazione dell’esistenza: alle sorgenti della cura di sé”

 

  1. Questo fascicolo di Atque nasce dall’idea di indagare su quelle fasi del lavoro psicoterapeutico nelle quali ci si affida all’esperienza ordinaria, all’immediatezza dei vissuti e dei comportamenti, affrancandosi da forme di lettura dell’altro (e di sé) trasmesse da teorie o tradizioni di riferimento. È nostra convinzione che questi luoghi di indagine abbiano da sempre segretamente caratterizzato ogni psicoterapia; che essi siano stati, e siano ancora, travolti da rappresentazioni e resoconti dogmaticamente fantasiosi di ciò che avviene in una seduta; che, viceversa, una maggiore attenzione a essi, e a ciò che in essi si insinua o si produce, possa costituire la via règia del contatto con quanto di sottilmente pervasivo e nascosto ci attraversa, ci lega agli altri e (nel rapporto con gli altri) ci costituisce.

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8-9 n.s./2011
LA COSCIENZA E IL SOGNO. A PARTIRE DA PAUL VALÉRY.

A cura di Paolo Francesco Pieri

 

INTRODUZIONE/Paolo Francesco Pieri/PARTE PRIMA – DAL SOGNO ALLA COSCIENZA/Paul Valéry, “Frammenti del Cahier Somnia”/Benedetta Zaccarello, “Viatico après coup. Note di accompagnamento alla traduzione”/Carlo Sini, “Il sogno e la coscienza (Peripezie del sapere)”/Silvano Tagliagambe, “La vita è sogno”/Eugenio Borgna, “Sogno ed esistenza. Note su Binswanger”/Stefano Catucci, “‘Reimparare a sognare’. Note su sogno, immaginazione e politica in Michel Foucault”/PARTE SECONDA – IL SOGNO A PARTIRE DA PAUL VALÉRY/Fabrizio Desideri, “Sulla polarità tra ‘estesica’ e ‘poietica’: intorno al Discorso sull’estetica di Paul Valéry”/Felice Ciro Papparo, “Dalla magia naturale del sogno all’ars dell’esitazione in Paul Valéry”/Masanori Tsukamoto, “Gradi del disegno. Per una poetica del sogno in Paul Valéry”/Atsuo Morimoto, “Il sogno e la po(i)etica in Paul Valéry”/PARTE TERZA – I SOGNI NEI RIVERBERI DELLE NOSTRE PRATICHE/Amedeo Ruberto, “Coscienza e sogno in psicoterapia”/Mauro La Forgia, “Psicoterapia e sogno come pratiche retoriche”/Roberto Manciocchi, “Stati di sonnolenza. Ovvero quando sonno e veglia non sono fenomeni uniformi ma ampie classi di fenomeni”

 

Dentro il solco di un dialogo ormai ultraventennale tra esponenti della pratica filosofica e di quella psicoterapeutica, questo fascicolo raccoglie differenti saggi che ruotano intorno al sogno, che la psicologia moderna – come già Platone e Aristotele – assume come l’azione dell’immaginazione nel sonno. Rispetto a questo, i saggi di cui il fascicolo si compone, si (altro…)

6-7 n.s./2009
FARE E PENSARE IN PSICOTERAPIA. COSA FANNO GLI PSICOTERAPEUTI E COSA PENSANO MENTRE LO FANNO

a cura di Paolo Francesco Pieri

 

PARTE PRIMA – PSICOTERAPIA/Giovanni Jervis, “Naturalità e innaturalità delle psicoterapie”/Paolo Francesco Pieri, “La terapia attraverso il linguaggio: dall’approccio analitico a quello simbolico”/Enzo Vittorio Trapanese, “Sfondi della psicoterapia analitica”/Maria Ilena Marozza, “La psicoterapia, l’ironia, l’onestà”/Giovanni Stanghellini, “Per una psicoterapia fenomenologica”/Mauro La Forgia, “L’apparente specificità della clinica”/PARTE SECONDA – FILOSOFIA E SCIENZA/Fabrizio Desideri, “Del comprendere. A partire da Wittgenstein”/Giuseppe Vitiello, “Essere nel mondo: io e il mio doppio”/PARTE TERZA – NEUROSCIENZE/Vittorio Gallese, “I neuroni specchio e l’ipotesi dello sfruttamento neurale: dalla simulazione incarnata alla cognizione sociale”/APPENDICE/Gerardo Botta, “Riflessioni su L’altro maestro”/Gianfranco D’Ingegno, “L’analizzabilità del candidato-analista nel terzo millennio. Una professione in via di estinzione?”/Margherita Vannoni, “La personalità dell’analista come principale strumento del lavoro analitico. Ma quale formazione?”

 

  1. Lo psicoterapeuta che intenda definire la propria pratica con l’espressione “psicologia analitica” sta adottando la denominazione che Carl Gustav Jung assegnò nel 1911 parlando di una psicologia delle relazioni tra la coscienza e l’inconscio, e di una psicologia che nel suo darsi è capace di riflettere su se stessa e quindi di ripensare i metodi e le verità che in quella stessa pratica vanno emergendo. Nell’esercizio della sua pratica egli ha certamente acquisito una serie di sensibilità: egli considera che ogni suo processo conoscitivo dell’altro mostra il legame circolare con la conoscenza di se stesso, che ogni conoscenza di sé e dell’altro è positivamente critica non soltanto di sé come parlante ma anche della cultura che gli permette di pronunciare le parole nel senso in cui le dice, e che ogni evento veritativo è non solo in relazione con sé e la sua cultura, ma è impegnativo per lui, che quelle verità esprime.

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