Norme redazionali

COSA CONSEGNARE

Testi . – Consegnare una versione del testo secondo le indicazioni indicate più sotto.

Fotografie e disegni . – Fornire gli originali delle foto (stampe su carta, diapositive o fotocolor) o una loro ottima riproduzione a stampa. Per una buona resa, le immagini consegnate su file devono avere una risoluzione di almeno 300 dpi (al 100% della dimensione finale impaginata) per fotografie, riproduzioni di dipinti e disegni in mezzatinta, e di almeno 1200 dpi per disegni al tratto. Vanno salvate in formato .tif (preferibile) o .jpg.

Tabelle . – Dovendo ricomporle in fase di impaginazione – non essendo sempre possibile importarle tout court nei programmi tipografici di impaginazione – fornire le eventuali tabelle sia su file sia stampate su carta.

PROGRAMMI E FORMATI ELETTRONICI

P rogrammi di videoscrittura . – Redigere il testo con programmi di videoscrittura, e giammai con programmi di impaginazione (QuarkXPress, PageMaker, Publisher, ecc.). È preferibile il formato Word, in qualsiasi versione, o nel formato .rtf. Non utilizzando Word, salvare il file (con l’opzione “Salva con nome…” nel menù “File”) o come Documento Word, o come rtf (Rich Text Format).

NORME DI REDAZIONE DEL TESTO

1. Comporre il testo con qualsiasi tipo di carattere (font), con qualsiasi tipo di corpo o dimensione e con qualsiasi tipo di impaginazione – ma evitare sempre l’uso di corpi o dimensioni diversi per titoli, sottotitoli, autore e testo.

2. Utilizzare fra i diversi “stili” disponibili nei programmi di videoscrittura, solo il corsivo per le parti di testo che lo richiedono (titoli, termini stranieri o altro). Non usare quindi in alcun caso né il neretto né il grassetto né il sottolineato.

3. Non scrivere mai, nemmeno i titoli, in TUTTO MAIUSCOLO.

4. Non sostituire mai, nelle parole accentate, l’accento con l’apostrofo, per cui usare È invece di E’.

5. Non attivare il comando di sillabazione automatica del programma di videoscrittura.

6. Usare la d eufonica solo quando due vocali identiche si incontrano (di preferenza usare la locuzione “per esempio”, ed evitare l’uso di od).

7. Digitare correttamente le battute di spazio bianco, per cui eliminare, con una ripulitura in automatico, l’eventuale presenza di una doppia o tripla battuta di tali spazi.

8. Verificare che apici, apostrofi e virgolette seguano la forma grafica scelta da “atque”, ovvero che siano arrotondati o con le grazie.

9. Porre i richiami di nota in numeri arabi a esponente – senza parentesi, sempre in tondo e in modo progressivo – dopo i segni d’interpunzione e, qualora ci siano, dopo le virgolette e le parentesi, come negli esempi: xyxyx.1 xyxyx,2 xyxyx;3 xyxyx:4 «xyxyx».5 (xyxyx)6

10. Nelle citazioni, fare attenzione all’uso delle virgolette, in particolare: a) un brano da un’opera va riferito racchiudendolo «fra virgolette basse o caporali» (sostituibili, se non si sanno ancora immettere dalla tastiera, con i segni ); b) un termine o un’espressione che sono oggetto di menzione, enfasi o accezione peculiare, vanno racchiusi “fra virgolette alte doppie”. Utilizzare questo secondo tipo di virgolette anche all’interno di un brano, citato con virgolette basse, per indicare una citazione ulteriore; c) utilizzare le virgolette semplici alte (‘ ’) per un’ulteriore citazione che compare dentro una citazione tra virgolette doppie.

11. Curare la digitazione dei trattini. Come sappiamo, vi sono tre tipi di trattino: quello breve (“-”) che non seguito né preceduto da spazi, si usa per legare in vario modo due parole, per esempio: storico-artistico; quello medio che con uno spazio prima e dopo (“ – ”), si usa invece negli incisi e negli elenchi, e qualora non si riesca a visualizzare sul computer, sostituirlo con il doppio trattino breve (“ -- ”); quello lungo che con uno spazio prima e dopo (“ — ”), si usa infine nei dialoghi e che qualora non si riesca a visualizzare sul computer, si sostituisce con il triplo trattino breve (“ --- ”).

12. Segnalare i tagli operati all’interno di un brano citato, con tre puntini tra parentesi tonde (…) e non già tra parentesi quadre […]. Va da sé che i tagli che necessariamente precedono e seguono il brano citato, è ridondante segnalarli.

13. Le citazioni più lunghe (quelle da cinque righe in su) vanno staccate con una riga bianca dal testo che precede e che segue, e senza virgolette, vanno composte – queste sì – con un corpo più piccolo.

14. Digitare sempre in lettere tutti i numeri, fino a quelli che sono di tre cifre.

15. Per le parole straniere che richiedono particolari segni diacritici non reperibili sulla tastiera italiana e magari sono difficilmente visualizzabili nel computer (per esempio: ç, ã, Û), procedere così: a) consegnare un testo in formato cartaceo; b) segnare a penna sulla copia stampata il tipo di segno; c) evidenziare in modo ben visibile la parola modificata; e infine, d) se i segni sono molti e frequenti, compilare a parte una lista riassuntiva dei tipi di segni diacritici utilizzati.

16. Indicare in nota i riferimenti bibliografici, non usando il metodo autore-data.

17. Per i riferimenti bibliografici in nota, seguire i modelli che seguono, pregando di notare: 1° i nomi di città che sono indicati nella lingua originale (e quindi Paris e non Parigi, London e non Londra, Tübingen e non Tubinga) seguono l’editore e precedono l’anno; 2° il nome dello stato americano del luogo di edizione segue la città ed è messo in forma abbreviata tra parentesi tonde in maiuscoletto; 3° di un’opera non si indica la collana cui appartiene, fatte salve le edizioni classiche di riferimento; 4° nei titoli in lingua inglese non si usa mettere le iniziali maiuscole delle parole:

a) per opere citate,

– E. Borgna, Noi siamo un colloquio. Gli orizzonti della conoscenza e della cura in psichiatria, Feltrinelli, Milano 1999.

b) per le opere straniere,

– K.H. Pribram, Brain and perception, Lawrence Erlbaum, Hillsdale, New York 1991.

c) per un’opera tradotta che viene citata per la prima volta (scegliere tra due opzioni),

– C. Scharfetter, Psicopatologia generale. Un’introduzione (1976), trad. it., Feltrinelli, Milano 1992.

– S. Kierkegaard, Om begrebet ironi med stadigt hensyn til Socrates, 1841 (trad. it.

Sul concetto di ironia in riferimento costante a Socrate , Rizzoli, Milano 2002); cfr. p. 242 dell’ed. italiana.

d) per un opera con un curatore,

– L. Aversa (a cura di), Psicologia analitica. La teoria della clinica, Bollati Boringhieri, Torino 1999

– S. Baron-Cohen (a cura di), Mindblindness. An essay on autism and theory of mind, mit press, Cambridge (mass.) 1995 (trad. it. L’autismo e la lettura della mente, Astrolabio, Roma 1997).

e) per un saggio contenuto in un volume miscellaneo dove c’è un curatore,

– P. Jedlowski, “Le trasformazioni dell’esperienza”, in C. Leccardi (a cura di), Limiti della modernità, Carocci, Roma 1999, pp. 147-78.

f) per un saggio in un volume miscellaneo dove non c’è un curatore,

– M. Trevi, “Immagini di totalità riflettente in alcuni racconti di Borges”, in aa.vv., Dopo Jung, Franco Angeli editore, Milano 1980.

g) per un saggio in una raccolta dello stesso autore,

– J.L. Borges, “Io e Borges”, in Id., L’artefice (1960), Adelphi, Milano 1999.

h) per opere con più autori (fino a tre autori),

– G.G. Globus, K.H. Pribram, G. Vitiello (a cura di), Brain and Being, John Benjamins, Amsterdam 2004, pp. 255-266.

i) per opere con più di tre autori,

– E. Del Giudice et al., “A quantum field theoretical approach to the collective behavior of biological systems”, in «Nucl. Phys.», B251 (FS 13), 1985, pp. 375-400.

l) per opere in raccolte di opere complete,

– S. Freud, “Analisi terminabile e interminabile” (1937), trad. it. in Opere, 12 voll., vol. 11, Boringhieri, Torino 1967-1980.

– C.G. Jung, “Energetica psichica” (1928), trad. it. in Opere, vol. 8, Bollati Boringhieri,

Torino 1976.

Nota bene . – Quanto detto più sopra vale per le opere citate per la prima volta, per le opere che invece sono già citate, seguire le seguenti avvertenze: 1° ripetere il nome dell’autore e soltanto il titolo, sostituendo le indicazioni bibliografiche con cit. (in tondo); 2° nel caso che l’opera sia stata tradotta, ripetere il nome dell’autore e soltanto il titolo dell’edizione italiana indicando preferibilmente la pagina della traduzione e segnalando tale scelta; 3° usare ibidem (in corsivo) per indicare l’opera che risulta citata nella nota immediatamente precedente, stessa pagina; 4° usare ivi (in tondo) per indicare invece l’opera della nota precedente, ma in pagina diversa.

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI

appendice, appendici app.
articolo, articoli art., artt.
capitolo, capitoli cap., capp.
circa ca (senza punto)
citato, citati cit., citt.
Collaboratori Coll.
come sopra c.s.
confronta cfr.
e altri et al. (corsivo)
eccetera ecc. (non preceduto da virgola)
edizione ed.
esempio, esempi es., ess.
figura, figure fig., figg.
ibidem in corsivo, senza abbreviazione
Idem (stesso autore/stessa autrice) Id.
illustrazione, illustrazioni ill.
libro, libri l., ll.
manoscritto, manoscritti ms., mss.
nota nota (non si abbrevia)
nota del curatore N.d.C. (cfr. Note)
nota del redattore N.d.R. (cfr. Note)
nota del traduttore N.d.T. (cfr. Note)
nota dell’autore N.d.A. (cfr. Note)
numero, numeri n., nn.
originale or.
pagina, pagine p., pp.
paragrafo, paragrafi par., parr. Oppure §. §§
particolare part.
scilicet scil. (corsivo)
seguente, seguenti sg., sgg.
senza data s.d.
senza luogo s.l.
sic sic (corsivo)
tabella, tabelle tab., tabb.
tavola, tavole tav., tavv.
tomo, tomi t., tt.
traduzione trad. (senza o con it. per le traduzioni in italiano)
vedi vedi (senza abbreviazione)
verso, versi v., vv.
volume, volumi vol., voll.

 

 

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