Oltre lo “specchio” e la “fusione”: il fondamento dell’Einfühlung husserliana nel Leib

di Andrea Lanza
«atque», 25 n.s., 2019, pp. 139-162

L’intento di sottrarre la teoria dell’empatia alla retorica classica della “fusione intrapsichica” e all’accezione estetico-mimetica di “rispecchiamento” trova nell’elaborazione della husserliana “esperienza dell’estraneo” (della Fremderfahrung) almeno due importanti argomenti a favore: innanzitutto, l’irrinunciabile ancoraggio esperienziale dell’atto di appresentazione (Appräsentation) posto alla base dell’intenzionalità diretta all’esperienza d’estraneo; in secondo luogo, il necessario decentramento immaginativo implicato nella dinamica associativa del “farsi coppia” (della Paarung), che permette di preservare l’alterità da una totale assimilazione. Entrambi questi argomenti pongono come elemento cruciale di intersezione il corpo vivo, il cui ruolo fondativo diviene emblematico in relazione a un particolare tipo di intenzionalità preriflessiva, caratterizzabile come trans-corporea (transleiblich, cfr. Brudzińska, 2013). Questo tipo di intenzionalità può porre, a nostro avviso, le basi per una riconfigurazione delle teorie sull’empatia in un’ottica più radicale, che renda conto dell’interconnessione simpatetica tra i corpi.

 

Parole chiave: empatia, appresentazione, corpo vissuto, associazione accoppiante, decentramento immaginativo, intenzionalità trans-corporea

 

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