“Ebrezza dialettica”. Figure della coscienza

di Fabrizio Desideri
«atque», 30-31 n.s., 2023, pp. 15-31

Nel primo paragrafo rilevo le aporie immanenti a una concezione puramente naturalistica della coscienza, difendendo con spirito kantiano il suo carattere noumenico. Nel secondo paragrafo affronto il tentativo da parte di Nietzsche di una naturalizzazione radicale della coscienza, in particolare nell’aforisma 119 di Aurora e negli aforismi 11 e 354 de La gaia scienza. Qui mi soffermo in particolare sulla definizione nietzscheana di coscienza come l’ultimo e più incompiuto sviluppo dell’organico. Mostrando i limiti e le interne contraddizioni della concezione nietzschiana della coscienza, nel terzo paragrafo affronto due figure di perfezione della coscienza: quella data dall’esperienza del risveglio (attraverso un passo tratto dal libro di Roberto Calasso su Kafka) e quella implicata nell’autocoscienza come “sapere assoluto” che costituisce la conclusione della Fenomenologia dello spirito di Hegel.

 
Parole chiavecrisi del naturalismo, coscienza come fatto noumenico, Nietzsche, esperienza del risveglio, autocoscienza come sapere assoluto

 
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